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IL PRATO DI LAURA (33)

CENTOCCHIO, LA STELLA DEI PRATI   Una specie che ricorda una piccola stella per forma e colore, cresce ovunque nel mondo e si diffonde rapidamente. Oltre alle sue proprietà benefiche per il nostro organismo, è apprezzata in quantità moderate in cucina, soprattutto nel nostro “prebuggiùn”. Ne parla Plinio il Vecchio come specie officinale e per […]

CENTOCCHIO, LA STELLA DEI PRATI

 

Una specie che ricorda una piccola stella per forma e colore, cresce ovunque nel mondo e si diffonde rapidamente. Oltre alle sue proprietà benefiche per il nostro organismo, è apprezzata in quantità moderate in cucina, soprattutto nel nostro “prebuggiùn”. Ne parla Plinio il Vecchio come specie officinale e per il suo curioso significato di “stoffa”.

 

LAURA BRATTEL

 

 

NOMI COMUNI: Centocchio, centocchio comune, centonchio, stellaria comune, paperina, gallinella, mordigallina, erba gallina.

NOME SCIENTIFICO: Stellaria media

NOME DIALETTALE QUILIANESE: erba mólla

 

FAMIGLIA: Caryophyllaceae

 

DESCRIZIONE DELLA SPECIE

Pianta erbacea a ciclo annuale o biennale con fusti striscianti sul terreno, molto ramificati. Anche i fusti hanno consistenza erbacea e possono essere di un bel verde brillante come tutto il resto della pianta, oppure possono presentare una sfumatura rossastra. Le foglie opposte hanno forma ovata o ellittica-cuoriforme, acuminata all’apice, hanno margine intero e sono normalmente glabre, cioè prive di peluria. I numerosi piccoli fiori sono raccolti in un’infiorescenza all’apice dei fusticini e sono portati da sottili peduncoli. Mostrano minuscoli petali bianchi profondamente bipartiti. I semi reniformi, di colore bruno-rossiccio, hanno una lunghezza di un millimetro circa. In un anno una singola pianta può produrre oltre diecimila semini che pare possano restare quiescenti nel terreno fino ad 80 anni.

 

Pianta erbacea delle zone antropizzate, il centocchio (Stellaria media) ha foglie di forma ovata o ellittica-cuoriforme acuminata all’apice e fusti verdi o dalle sfumature rossastre

 

HABITAT

Il centocchio cresce ovunque nel mondo ed ama particolarmente le zone antropizzate: campi, coltivi, giardini, margini delle strade, zone ruderali, terreni frequentati dal bestiame. Cresce molto rigoglioso dove trova terreno umido. Si tratta di specie nitrofila, cioè ama i terreni ricchi di azoto, che tende a sfruttare rapidamente, impoverendo il suolo. In agricoltura si trova per lo più frammista a specie cerealicole o altre colture, per cui è considerata non a torto pianta infestante, dalla rapida diffusione. Sembra sia stata in ere arcaiche entità originariamente mediterranea, diffusasi in seguito ovunque nel globo.

 

PROPRIETÀ OFFICINALI

Nella Stellaria media sono presenti saponine, tannini, sali alcalini, vitamine del gruppo B e C, sali minerali quali magnesio, ferro, calcio e zinco. Nonostante le sue proprietà diuretiche, tossifughe ed espettoranti, la presenza di saponine ne sconsiglia l’uso interno quale medicamento, soprattutto se per periodi di tempo prolungati, a meno che non venga impiegato sotto stretto controllo medico. Un consumo moderato, tuttavia, può essere utile per rinforzare il sistema immunitario, grazie alla vitamina C e allo zinco, dalle proprietà immunostimolanti. Inoltre il contenuto in sostanze antiossidanti quali flavonoidi e fitosteroli può rivelarsi un valido aiuto per depurare l’organismo da tossine e limitare la quantità di colesterolo nel sangue. Si sconsiglia tuttavia l’utilizzo di questa specie durante gravidanza ed allattamento. Interessanti e pressoché privi di controindicazioni sono gli impieghi esterni del Centocchio, che trova impiego quale astringente, antinfiammatorio, riparatore delle screpolature della pelle, protettore dei vasi sanguigni. Fare lavaggi, applicare compresse ed impacchi imbevuti di infuso risulta efficace per l’attività cicatrizzante e anche quale presidio per depurare la pelle in caso di prurito, acne, eczema o foruncoli. In questo caso può essere consigliato un bagno, cioè l’immersione delle parti interessate in acqua cui sia stato aggiunto un quantitativo sufficiente di infuso della porzione aerea della pianta.

 

CURIOSITÀ E NOTIZIE STORICHE

Il nome scientifico della specie, Stellaria, fa riferimento alla forma e al colore del fiore, simile ad una piccola stella. Il nome popolare, erroneamente percepito come composto da “cento” e “occhi” deriva in realtà dal diminutivo latino “centŭncŭlus”, centone o centonchio, con cui viene denominato di un tipo particolare di stoffa. Gli altri nomi popolari richiamano gli animali da cortile, in quanto essi ne vanno particolarmente ghiotti. Anche in altre lingue europee tali appellativi si riscontrano comunemente.

Del “centunculus” parla Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, quale specie officinale da usare sotto forma di trito in macerato di aceto o miele, oppure mediante infusione in acqua calda. Plinio riferisce di una pianta strisciante dei maggesi e fa derivare questo nome popolare dal fatto che la specie ricopre e tappezza il terreno come un manto o una coperta. La radice del termine sarebbe quindi la parola “cento” con significato di stoffa, veste o coperta fatta di vari pezzi (nella Commedia dell’Arte il “mimus centunculus” è un personaggio che veste stoffe fatte con pezze variopinte, quindi quello che poi diventerà Arlecchino).

 

Il nome scientifico del centocchio, Stellaria media, fa riferimento alla forma e al colore del fiore, simile ad una piccola stella

 

UTILIZZI IN CUCINA

La parte apicale della pianta può essere raccolta ed aggiunta alle insalate. Ha un sapore “selvatico”, dolce, ma anche leggermente asprigno, per cui può essere interessante mescolarla a specie dal gusto più familiare, quali lattuga o spinaci, ma anche verdure spontanee come il caccialepre o il grespino, decisamente più delicati. Il consumo, come precedentemente ricordato, non deve essere eccessivo, a causa della presenza di saponine, che a lungo andare possono risultare nocive per l’organismo. Tuttavia si ribadisce che un consumo modesto può portare numerosi benefici salutari.

Risulta utile lessare il centocchio per limitare la quantità di saponine, che tendono a disperdersi nell’acqua di cottura. Si consiglia quindi di frammischiare ogni tanto qualche cimetta di centocchio alle specie che compongono il nostro “prebuggiùn”, per averne il massimo dell’efficacia benefica a fronte del minimo delle controindicazioni.

Il centocchio si può anche aggiungere a sughi, zuppe, minestre, stufati, e alcuni ne fanno una sorta di pesto per condire la pasta o da usare come guarnizione di pietanze o panini.

 

Possiamo raccogliere la parte apicale del centocchio da aggiungere alle nostre insalate o da lessare insieme alle altre specie che fanno parte del nostro “prebuggiùn”. Si consiglia di consumare la specie in quantità limitata

 

LA RICETTA

Normalmente ho sempre usato pochissimo questa specie in cucina. Ne mescolo qualche apice alle mie insalate e al mio “prebuggiùn”, senza mai eccedere. Ma se una volta vogliamo divertirci a sperimentare, suggerisco qui di seguito un paio di ricette, una culinaria ed una cosmetica, a base di centocchio.

 

Pesto di centocchio

 

Ingredienti:

Un’abbondante manciata di cimette apicali di centocchio, una manciata scarsa di mandorle o noci o pinoli, formaggio Parmigiano grattugiato, uno spicchio d’aglio, olio extra vergine di oliva, un pizzico di sale.

 

Procedimento:

Inserire nel mixer gli ingredienti e frullare fino ad ottenere un composto cremoso. Possiamo usare questo pesto per condire la pasta o da spalmare su crostini di pane, o ancora ne possiamo guarnire verdure, come peperoni o melanzane grigliati.

 

Maschera di bellezza al centocchio

 

Questa maschera per il viso sarà utile per pelli acneiche o colpite da dermatiti o irritazioni cutanee, salvo parere medico contrario. Va sottolineato che ogni tipo di pelle reagisce in modo diverso, per cui risulta sempre utile consultare precedentemente uno specialista dermatologo.

 

Ingredienti:

Una manciata di cimette apicali di centocchio, due cucchiai di yogurt bianco.

 

Procedimento:

Frullare gli ingredienti e mescolare bene, quindi applicare la maschera sulla pelle del viso perfettamente pulita ed asciutta. Lasciare in posa dieci minuti e successivamente risciacquare con abbondante acqua fresca. Può essere consigliabile completare l’operazione con una buona crema idratante per il viso, o un oleolito alla calendula, per favorire il ripristino epiteliale.

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