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QUILIANO E FINALE DIVISI DA UN PONTE

Ponti romani quilianesi e finalesi a confronto: ecco cosa li unisce e cosa, invece, li separa.   SABRINA ROSSI     A volte un “gemellaggio” può nascere da un semplice incontro tra amici e studiosi che decidono di vedersi il sabato pomeriggio per trascorrere un po’ di tempo insieme. E da lì studi, confronti e […]

Ponti romani quilianesi e finalesi a confronto: ecco cosa li unisce e cosa, invece, li separa.

 

SABRINA ROSSI

 

 

Ponte Cachen in Val Quazzola (foto anno 2017)

A volte un “gemellaggio” può nascere da un semplice incontro tra amici e studiosi che decidono di vedersi il sabato pomeriggio per trascorrere un po’ di tempo insieme. E da lì studi, confronti e discorsi animati danno vita a uno scambio costruttivo di informazioni, materiali, domande e ipotesi.

Questa è stata, se si può dire, una gita d’istruzione, avvenuta prima che la Liguria passasse in zona arancione e nel rispetto delle norme anticontagio, nella speranza che possano averne luogo altre al più presto. Tema di questo incontro, avvenuto a Quiliano alle spalle di Vada Sabatia, è stato un gemellaggio simbolico tra i ponti romani finalesi della Valle Ponci e quelli quilianesi della Valle Quazzola, seguendo le tracce dell’epoca romana.

 

 

 

 

 

 

DUE TECNICHE VIARIE A CONFRONTO

Strada secondaria che si immetteva nella Julia Augusta in Val Ponci e di cui resta ben poco

Per quanto riguarda il possibile tracciato della strada romana che passa in Val Quazzola, risultava molto diverso rispetto all’attuale che si percorre con le auto, perché i Romani preferivano non fare troppe salite, cercavano di assecondare il territorio. Tante opere che sono state poi eseguite successivamente, venivano evitate dai Romani. Insomma, il percorso avrebbe dovuto fare un giro differente, forse anche a causa di eventi franosi in certi punti che hanno cancellato la strada quasi completamente. In Val Ponci, nel Finalese, la strada romana in certi tratti risulta meglio conservata perché non esiste una strada asfaltata che vi passa attraverso, come invece accade nella Val Quazzola. Una strada importantissima già nel passato, quest’ultima, addirittura più importante di quella che collegava Genova all’entroterra (la Via Postumia), che mette in comunicazione Quiliano a Cadibona, e dalle caratteristiche più montuose rispetto a quella finalese. La strada della Val Ponci dovrebbe essere un suo proseguimento, perché sembrerebbe che la strada romana da Acqui scenda giù a Vado, attraverso Cadibona e Quiliano, proseguendo non solo sulla costa ma facendo diverse deviazioni nell’entroterra. A un certo punto pare risalga a Colla di Magnone per poi riscendere nel Finalese attraverso la Val Ponci. Infatti, per un certo periodo di tempo, i due gruppi di ponti (quilianesi e finalesi) avevano fatto sicuramente parte di un unico “progetto” viario. Prima e dopo avevano assolto altre esigenze.

I PONTI ROMANI UN PATRIMONIO UNICO

Foto storica del Ponte delle Fate a Finale

A Finale risultano ben conservati cinque ponti (con una larghezza che va dai 5,60 ai 6 metri, costruiti con tecnica Ligure/gallica nel I-II secolo d.C.), mentre a Quiliano soltanto due (gli altri risultano meno conservati oppure ne rimangono solo rovine), in cui c’erano stati interventi di manutenzione già in epoca medievale; per uno di questi due la manutenzione era stata affidata a Noli, vi erano accordi ben precisi. I ponti di Quiliano sono leggermente più larghi rispetto a quelli di Finale, ma ciò è plausibile perché il tratto quilianese raccoglieva anche i traffici merci che dallo scalo di Vada Sabatia andavano nell’entroterra padano. Sono anche più elevati come piano di calpestìo, in quanto gli ingegneri romani sapevano che era così necessario, per essere sottratti alla furia delle acque in piena.

In entrambi i casi, si presentano tutti ad unica arcata, stessa tecnica e stesso concetto costruttivo, spesso ammorsati su spalle rocciose. Alcuni ponti erano stati costruiti per guadare il rio centrale della valle, altri per superare i rii laterali.

Nel Finalese non si sa cosa esisteva prima di quei ponti, la via Julia Augusta era stata tracciata pochi anni prima di Cristo, probabilmente era già presente un percorso anteriore, visti gli insediamenti nella zona. Altre piccole tracce se ne possono trovare verso Loano e Borghetto Santo Spirito. In val di Ponci ogni ponte ha una piccola cava vicino. Le cave però sono sette, i ponti noti cinque. E’ possibile ci siano stati due ponti in più, ora scomparsi. La Valle Quazzola invece è molto più lunga, e il suo impluvio raccoglie molte acque meteoriche. Probabilmente anche qui vi erano altri ponti.

 

 

A QUILIANO I PONTI SONO ANCORA INDISPENSABILI

A Finale sono posti su quella che oggi è una valletta fossile o sospesa, nella quale l’acqua di scorrimento ha trovato, grazie al fenomeno del carsismo, nuovi sfoghi sotterranei e di fatto non scorre quasi più in superficie, dove fluisce solo la pioggia raccolta dall’impluvio della valletta. Qui, i ponti avevano solo il compito di permettere un facile e asciutto transito sopra un modesto rio. Non è così a Quiliano, dove la valle non è fossile e i ponti sono ancora indispensabili. Venuta meno l’esigenza di una via, a Finale i ponti sono rimasti in quanto la zona è poco frequentata, non vi sono abitati o case vicino, e non c’era modo per i contadini di prelevare pietre per usi propri. I ponti sono stati “dimenticati”. La strada è quasi del tutto scomparsa e il sentiero odierno gli passa a fianco ma non ricalca la strada. Un lungo tratto scompare dentro un vigneto, sotto un metro di terra. I due ponti più in buono stato sono quelli dove la strada li ricalca, mentre quelli ruderi, crollati o distrutti, sono fuori dal percorso, infatti in certi tratti ci si passa addirittura a fianco. Lo stesso vale per Quiliano: i ponti Cachen e Ricchini sono di sostegno alla strada, gli altri (ruderi) lontani dall’asse viario. La tracciatura della viabilità moderna ha di fatto continuato a far vivere questi manufatti, quelli esclusi dalla viabilità sono andati in rovina, crollati e sepolti dai rovi.

 

 

MATERIALI DIVERSI, MA FASCINO IDENTICO

Particolare di lavorazione a “petit appareil” (“opus vittatum”)

Differenze tra Val Ponci e Val Quazzola si possono notare anche sull’utilizzo dei materiali. I Romani cercavano di sfruttare materiali che trovavano sul luogo, nelle vicinanze. In Val Quazzola si può notare la prevalenza di serpentinoscisto, cioè rocce cristalline; in Val Ponci invece prevale la pietra del Finale, ossia pietra calcarea. Entrambi ottimi materiali, ma dal punto di vista estetico appaiono più eleganti i ponti finalesi, come ad esempio il Ponte delle Fate. Ma Quiliano non ha nulla da invidiare, perché si possono ammirare ponti straordinari, come il ponte in località Ricchini, nonostante i danneggiamenti provocati dall’alluvione del 1992.

 

(Foto di Laura Brattel, Giuseppe Testa e alcuni amici di Finale)

 

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