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LA CHIESA DEGLI AFFRESCHI

All’inizio del XVII secolo i Valleggini, dopo il Concilio di Trento,  decisero di avviare la costruzione di una nuova chiesa a navata unica, perché l’attenzione dei fedeli fosse concentrata sull’altare maggiore e sul celebrante. L’edificio fu quindi progettato ad aula rettangolare con abside a pianta semicircolare, gli spazi interni delimitati da lesene con capitelli di […]

All’inizio del XVII secolo i Valleggini, dopo il Concilio di Trento,  decisero di avviare la costruzione di una nuova chiesa a navata unica, perché l’attenzione dei fedeli fosse concentrata sull’altare maggiore e sul celebrante. L’edificio fu quindi progettato ad aula rettangolare con abside a pianta semicircolare, gli spazi interni delimitati da lesene con capitelli di ordine composito, volta a botte e quattro grandi cappelle laterali. La consacrazione della nuova Parrocchiale avvenne nel 1641 e fu dedicata a San Giuseppe, ma quasi subito comparve anche il titolo di Ss. Salvatore a cui era dedicata la primitiva, antica chiesa: da allora le due titolazioni figurano spesso insieme nei documenti.  Dei cinque altari laterali (comprendendo quello non più esistente della Madonna della Colonna), tre erano sotto il patronato delle famiglie più facoltose di Valleggia (cappella di S. Andrea, di S. Giuseppe e della Madonna della Colonna) e due “appartenenti” rispettivamente alle Compagnie del Rosario e del Suffragio. A metà del XVIII secolo importanti stuccatori decorarono secondo lo stile dell’epoca i vani degli altari laterali. Il coro ligneo risale ai primi del 1800 ed è addossato alla parete interna dell’abside. La chiesa era priva di campanile, essendosi mantenuto in uso quello dell’antica Parrocchiale (che fu mozzato nel 1938 e di cui resta oggi solo la struttura di base addossata all’Oratorio). La torre campanaria attuale venne eretta nel 1891 e inaugurata con la posa del concerto di quattro campane, nel febbraio del 1892. Nel 1925 la popolazione di Valleggia, sotto la guida del Parroco don Olcese, fece costruire una facciata “monumentale” con le statue dei santi protettori della Parrocchia, sovrapponendola a quella originaria, molto semplice, del tipo “a capanna”. Le pareti e la volta della chiesa oggi appaiono interamente ricoperte da un grande ciclo di affreschi realizzati con tema unitario di importante significato religioso: nel giugno del 1942 (in pieno periodo bellico) l’allora parroco don Angelo Genta affidò l’impegnativa opera al pittore bergamasco Emilio Nembrini che, con la collaborazione di Beppe Grimani la eseguì nel periodo tra il 1942 ed il 1946; le parti decorative, furono affidate da Nembrini al pittore Felice Dellepiane. Suscita scalpore il fatto che molti dei personaggi rappresentati nel ciclo pittorico furono riprodotti prnedendo come modelli alcuni degli abitanti del posto (approfondisci). Per completare il ciclo con l’affresco absidale rappresentante la Trasfigurazione, furono rimossi la cantoria e l’organo che fu sistemato all’esterno dell’abside, nello stesso momento fu posato un nuovo pavimento, eretto il nuovo altare maggiore e demolita la cappellina della Madonna della Colonna per far posto al confessionale della parete destra. A partire dal 1978 con il parroco don Pino Torcello furono eseguiti cospicui lavori: gli altari laterali furono rimossi in occasione dell’esecuzione dell’impianto di riscaldamento e fu prolungato il presbiterio di circa un metro. Le balaustre vennero ornate con le statue marmoree recuperate dalla demolizione del pulpito. L’antico affresco già nella cappellina della “Colonna” fu collocato nella nicchia sovrastante la porta di accesso al Campanile, il restauro del tetto in ardesia e del campanile furono avviati negli anni successivi.

Della Parrocchia fanno parte anche la cappella seicentesca di Tiassano e, dal 1971, quella di san Pietro in Vincoli, nel sito archeologico di Carpignano.

 

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