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ORATORIO DI SAN SEBASTIANO VALLEGGIA CROCEVIA RELIGIOSO (L’EX CHIESA DI S.S. SALVATORE)   Situato in prossimità della strada delle legioni, rimaneggiato, ricostruito, isolato, poi diventato centrale, ma sempre punto di riferimento devozionale, artistico e storico di una Comunità GIANFRANCO GERVINO, TERESINA PICCARDO  L’edificio religioso che oggi si trova sulla piazza di Valleggia, nei pressi della […]

ORATORIO DI SAN SEBASTIANO

VALLEGGIA CROCEVIA RELIGIOSO

(L’EX CHIESA DI S.S. SALVATORE)

 

Situato in prossimità della strada delle legioni, rimaneggiato, ricostruito, isolato, poi diventato centrale, ma sempre punto di riferimento devozionale, artistico e storico di una Comunità

GIANFRANCO GERVINO, TERESINA PICCARDO 

L’edificio religioso che oggi si trova sulla piazza di Valleggia, nei pressi della attuale chiesa parrocchiale, rappresenta una della più significative testimonianze storiche ed artistiche di tutta la zona a ponente di Savona.

Questa costruzione, fino alla prima metà del Novecento, sorgeva quasi isolata, essendo gli unici centri vicini quelli di Tiassano e di Valleggia Superiore.

Varie ipotesi sono state fatte sulle origini più remote delle strutture che si sono sovrapposte nei secoli sullo stesso sito; le prime notizie certamente documentate risalgono al 1178, mentre un manoscritto del 1221 colloca chiaramente la chiesa sull’asse viario che da Vado andava a Quiliano, per poi proseguire verso la via trium Poncium utilizzando i ponti romani tuttora esistenti.

Una foto datata e che ispira tenerezza: niente auto, il fotografo è al centro dell’attenzione e Valleggia ha perso una l.

SULLA STRADA DELLE LEGIONI

Si tratta del tracciato dell’antichissima via romana Aemilia Scauri, che, come spesso succedeva, era ancora utilizzato nel Medioevo: quindi la costruzione di un edificio religioso, relativamente distante dall’abitato e con la dedicazione al Santissimo Salvatore, ha fatto supporre ad alcuni studiosi che potesse trattarsi di chiesa cimiteriale sorta in tempi ancora più remoti, accanto ad una via così importante, appena fuori dal centro di Vada Sabatia (oggi Vado Ligure).

E’ probabile che le legioni romane ed i traffici commerciali per le Gallie, che provenivano dalla pianura Padana, passassero proprio accanto al sito occupato da quel vetusto edificio.

Una bellissima immagine di Furio Incolto che illustra uno dei ponti romani ancora esistenti nella zona dei Tecci.

Della primitiva costruzione medievale è fatta menzione dal Lamboglia che cita “le fondamenta romaniche rivelate dalla base del campanile” che fu parzialmente demolito nel 1938. Su queste fondamenta romaniche fu in seguito costruito un ampio edificio tardo gotico a tre navate, di cui si possono ancora scorgere sotto il loggiato le strutture portanti che separavano la nave centrale da quella destra: la parte superiore di cinque colonne, realizzate in spicchi di laterizio, con i capitelli in pietra del Finale, su cui poggiano archi ogivali decorati a stucco con bande bianche e nere.

In una foto degli anni Trenta del secolo scorso i due edifici sacri con ancora i due campanili.

Si tratta della costruzione quattrocentesca cui fa riferimento un atto notarile del 14 luglio 1466, rogato proprio in questa chiesa, col quale alcuni parrocchiani, in rappresentanza della comunità, affidarono il compito di ultimare la ricostruzione al fabrichator sive murator Bartolomeo Muto, originario del ducato di Milano.

Il nuovo edificio, per le sue proporzioni non comuni, era, secondo il Lamboglia “la più vasta chiesa medievale circostante Vado”.

Adibita a chiesa parrocchiale, cessò di essere ufficiata nel 1641, quando venne consacrato il nuovo edificio dedicato a San Giuseppe.

Testimonianze del suo fulgido passato restano la base del campanile, i bellissimi capitelli e gli archi ogivali sotto il loggiato

Uniche testimonianze del suo fulgido passato restano la base del campanile, i bellissimi capitelli e gli archi ogivali sotto il loggiato ed uno splendido tabernacolo marmoreo di impianto rinascimentale, ma con forti reminiscenze tardo-gotiche nelle figure degli angeli.

L’immagine della Madonna della Colonna, cui era stato dedicato un piccolo altare, venne trasferita, a metà del Seicento, nella nuova chiesa, su esortazione del vescovo Spinola, il quale desiderava che se ne continuasse la devozione.

Nel 1771 l’antica chiesa a tre navate risultava deteriorata e quindi venne in parte demolita e sulle sue strutture fu eretto l’attuale oratorio dedicato a San Sebastiano, che fu benedetto il 19 gennaio 1773, “per potervi celebrare la messa il giorno di san Sebastiano”.

L’interno dell’edificio si presenta come un’elegante aula in stile settecentesco, scandita da paraste, con volta a botte ed abside semicircolare; lungo le pareti laterali e sulla parete della controfacciata sono allineati gli stalli lignei che risalgono alla metà dell’Ottocento.

Nell’oratorio sono custoditi i crocifissi processionali della Confraternita

Nell’oratorio sono custoditi i crocifissi processionali della Confraternita, un dipinto seicentesco raffigurante San Sebastiano, e alcune statue lignee di Santi cui i parrocchiani di Valleggia sono particolarmente devoti.

L’attuale porticato, ben visibile sul lato destro della piazza, fu creato alla fine dell’Ottocento, trasformando un andito preesistente che si era venuto a creare conservando il muro perimetrale destro dell’antico edificio.

Il tetto del porticato ha una copertura di tegole in laterizio del tipo “marsigliese” che con la loro cromatura vivace contrastano il colore più tenue del tetto dell’Oratorio in ardesia.

Oggi l’importante edificio è sede della Confraternita di San Sebastiano e in esso si svolgono i riti religiosi e le celebrazioni proprie dell’attività confraternale.

Il ruolo della Confraternita è molto sentito a Valleggia

Per la straordinaria qualità dell’acustica nell’Oratorio sono eseguiti concerti vocali e strumentali.

L’Oratorio, oltre alle celebrazioni religiose, costituisce un importante centro culturale a servizio della comunità come sede di mostre, concerti e convegni culturali.

L’Oratorio, oltre alle celebrazioni religiose, costituisce un importante centro culturale a servizio della comunità comunale e dei comuni vicini come sede di mostre e convegni culturali.

La Confraternita effettua servizio liturgico durante le funzioni religiose parrocchiali, partecipa alle processioni parrocchiali ed extra-parrocchiali, ai raduni diocesani e regionali delle confraternite, collabora con le varie realtà parrocchiali. Ogni anno festeggia il proprio santo patrono, San Sebastiano, il 20 gennaio, ed il Beato Pier Giorgio Frassati, patrono nazionale delle Confraternite, il 4 luglio; da alcuni anni è stata ripristinata la festa della Madonna del Rosario, cui già dalla fine del Cinquecento era dedicato un altare nell’antica chiesa parrocchiale.

 

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